Doppelgänger - L’anima allo
Specchio di Anna Montella
recensione a cura di Daniela Quieti
giornalista/scrittrice

I Doppelgangers classici cercavano
di sopravvivere attraverso un corpo umano, quelli contemporanei trovano forma
in una rappresentazione simulata: un avatar ombra del recondito ego o alter
ego da mostrare agli altri, un modo forse per esorcizzare l’inquieta consapevolezza
di essere creature viventi destinate a scomparire.
In alcune tradizioni o
leggende vedere il proprio doppelganger era un presagio di fine o di condanna
alla persecuzione inflitta dalla spettrale controparte e, nello scenario
digitale, la realtà soggiace al background con una velocità che funge da
seconda vita soggetta a eventuale reset.
Tuttavia il ventunesimo
secolo offre una serie di tecnologie tali da simulare l’immortalità.
Il Doppelgänger
assomiglia dunque a un’identità riflessa in uno specchio che ne proietta il
“doppio” disgiunto, quale allegoria dell’aspetto tenebroso dell’individuo.
L’avvento delle chat e dei
social network concede a qualunque persona la possibilità di creare un’alterità
virtuale da rappresentare in base al subconscio, facendo coesistere parallelamente
spinte emotive inconfessate che trovano completezza nell’identità fittizia.
Nello specifico, il romanzo della
Montella analizza la dimensione dei Virtual Places VPchat, spazi virtuali nei
quali si poteva condividere in modo inconsueto un’autentica e al tempo stesso dissociata soggettività.
L’autrice osserva attentamente
il fenomeno trascorso da poco più di un decennio, ma già fattosi disarticolata archeologia
del tempo web non ancora sufficientemente approfondita, intrisa di “nostalgia
del paradiso perduto”.
I contenuti presenti nel testo
riverberano lo sfondo onirico in cui si muove la struttura narrativa, che ricompone
l'ancestrale frammentazione dell'ego attraverso un fenomeno collocato in una
diversa simultaneità emblematica del bipolarismo fra virtuale e reale.
La ricerca sociale e
letteraria presente nel testo rivela una specificità espressiva originale e
coinvolgente.
Daniela
Quieti
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